Pubblichiamo il documento unitario dei Coordinatori Region Sicilia di Unicredit
FABI – FIRST/Cisl – FISAC/Cgil – SINFUB – UGL-Credito – UILCA – UNISIN
Abbiamo avuto modo di rilevare come alcuni rappresentanti della Società Dorotheum, Casa d’Aste con Sede a Vienna, siano stati introdotti nei locali aziendali adibiti all’esercizio dell’attività di Credito su Pegno, con finalità che si possono riassumere laconicamente nell’espressione “scopi commerciali”.
Quasi offendendo le intelligenze degli interlocutori, ci è stato comunicato che tali rappresentanti sarebbero venuti a visionare le nostre … procedure lavorative.
Un po’ come se gli amici della Apple ricevessero i “cugini” della Samsung per fargli vedere come assemblano gli IPhone!
Noi pensiamo che se fai venire degli estranei a visionare casa tua è perché o la vuoi vendere o la vuoi affittare. Senza contare che sarebbe stato opportuno avvisare preventivamente le Organizzazioni Sindacali e quindi i lavoratori circa le date e le motivazioni della “visita”, in ossequio a quel modello virtuoso di relazioni industriali che spesso viene richiamato.
Ricordiamo che nemmeno ai pensionati – salvo autorizzazione – è consentito entrare nei locali aziendali e tutto ciò, a prescindere dalle spiegazioni per nulla convincenti, ci lascia a dir poco straniti.
Elemento di preoccupazione è rappresentato principalmente da due circostanze.
La prima, che il Credito su Pegno, impiega in Sicilia una sessantina di lavoratori, allocati nel “Distretto Pegno Sicilia”, sul cui futuro vorremmo CERTEZZE.
La seconda, che – siamo certi di sbagliare ma forse ci azzecchiamo – si continua nella vendita e/o cessione di quelli che qualcuno ritiene essere “asset non strategici” (noi li chiamiamo “gioielli di famiglia”) e segnatamente del Credito su Pegno che, per ovvi motivi legati alla perdurante crisi economica sistemica, costituisce una fonte di finanziamento soprattutto nei riguardi di fasce di clientela che non può accedere ad altre tipologie di approvvigionamento di nuova finanza, esercitando peraltro un ruolo sociale (contrariamente a chi la pensa diversamente) ed evitando che tale clientela si rivolga a personaggi certamente meno affidabili di Unicredit.
Per essere ancor più chiari, il settore del pegno rappresenta spesso – specie per il S ud – l’ultimo baluardo per la sopravvivenza talvolta di intere famiglie, oltre il quale si rischia di cadere nella piaga sociale dell’usura.
Chi, pur di far cassa vorrebbe vendere tutto, dovrebbe anche chiedersi se una multinazionale austriaca abbia – ad esempio – un qualche interesse a gestire i “bisogni sociali” legati al pegno in Sicilia. La riprova di ciò è costituita dalla esponenziale proliferazione di esercizi commerciali di “compro e vendo oro“ che hanno invaso tanto le grandi città quanto i piccoli centri.
Vogliamo ricordare con forza al management aziendale che siamo contrari alla vendita ad ogni costo di pezzi importanti dell’impalcatura aziendale e che il Credito su pegno, per decenni , ha rappresentato una fonte importante di redditività ed utili per la banca. Se debitamente potenziato e rilanciato, può ancora oggi crescere in volumi di redditività ed offrire spazio occupazionale per i dipendenti UniCredit presenti in Sicilia.
Pertanto pretendiamo chiarezza riguardo questa singolare vicenda, sia sul futuro della Struttura, sia in relazione alle eventuali ricadute sul personale che questi “scopi commerciali” potrebbero celare.
Alla luce delle nostre riflessioni, auspichiamo che i vertici di Unicredit Region Sicilia siano latori convinti, oltre che delle certezze di business del pegno, anche delle esigenze sociali del territorio.
Palermo, 10 novembre 2016
I COORDINATORI TERRITORIALI REGION SICILIA UNICREDIT FABI – FIRST/Cisl – FISAC/Cgil – SINFUB – UGL-Credito – UILCA – UNISIN