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La FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani – approfondisce sempre più i problemi che riguardano i lavoratori e in particolare quelli del nostro settore. A livello nazionale, grazie alla guida di Lando Maria Sileoni, viene espletato costantemente un esame dei temi che riguardano non solo il presente ma il futuro della categoria e per fare ciò la FABI si avvale delle migliori professionalità presenti in Italia e in Europa.
La Fabi di Palermo si è presentata al Congresso Provinciale di due anni fa con una grande ambizione: “la FABI rappresenta la casa dei bancari”.
Abbiamo constatato che la nostra aspirazione si sta trasformando in realtà e ciò perché validi, preparati ed apprezzati sindacalisti hanno dato l’adesione alla vera casa dei bancari che è il sindacato nato nel 1948 per dare un contratto a tutta la categoria.
Gabriele Urzì che aveva lasciato la FABI undici anni fa è ritornato in casa propria e con molto entusiasmo. Gli abbiamo affidato un compito impegnativo: “coordinare l’osservatorio sulla salute e sicurezza sul lavoro”
Gabriele e l’ osservatorio hanno prodotto un buon lavoro che è stato ripreso, in sintesi, dai mass media e dalla Federazione nazionale. Pubblichiamo un approfondimento sul grave problema che affligge tante lavoratrici e tanti lavoratori e che se non affrontato seriamente le Aziende continuano a sostenere i costi.
INDAGINE SULLO STRESS DA LAVORO CORRELATO E SINDROME DA BURNAUT
A cura di Gabriele Urzì Responsabile Salute e Sicurezza FABI Palermo e dell’Osservatorio Provinciale S.L.C.
FABI Palermo.
Il settore bancario è al centro di numerosi cambiamenti che hanno, spesso, importanti
ricadute
Sulle lavoratrici e sui lavoratori. I continui mutamenti nei modelli organizzativi e procedurali
rendono i dipendenti del settore particolarmente a rischio stress lavoro-correlato. E’ quanto è
emerso da uno studio della FABI di Palermo, che sottolinea lo stretto legame tra tale patologia
(che procura disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale) e la pressione
lavorativa per il raggiungimento degli obiettivi di budget. Budget isterici, obiettivi che senti
come irraggiungibili, tempo sempre più ridotto all’osso, gestione di clienti difficili, capi
insopportabili: tutto questo sta rendendo il lavoro in banca tra i più stressanti.
La mancanza di tempo è uno dei principali fattori di stress per chi lavora in banca e alimenta
la “chimica velenosa” (cortisolo e adrenalina) che impedisce di avere lucidità e ottimi risultati.
L’affanno di cercare di non perdere tempo aumenta l’ansia e così si alimenta un circolo vizioso
senza fine. Sono in molti ad avere questo problema ma pochi sanno come fare per cambiare.
Non si può produrre tanto e bene se l’organizzazione del lavoro è sempre in emergenza, se è
inefficiente e/o inadeguata, se il tempo scarseggia e le cose vengono chieste “oggi per ieri”.
Lo stress lavoro correlato è lo status e la condizione di squilibrio del lavoratore rispetto alle
richieste lavorative che eccedono le sue capacità individuali provocate dalla situazione
lavorativa (organizzazione e contesto) che, protratta nel tempo con persistenza, diviene
rischio e fonte di pregiudizi psichici, fisici e relazionali per il lavoratore che possono sfociare
in patologie. Lo stress lavoro correlato è causato dal contesto e dal contenuto del lavoro, come
l’inadeguata gestione dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro, carenze nella
comunicazione, carichi lavorativi eccessivi, basso grado di controllo sull’attività svolta, basso
sostegno organizzativo, ambiguità e conflitti di ruolo, scarse possibilità di sviluppo
professionale, precarietà del lavoro.
Altro rischio è il “rischio etico” legato a forti e continue pressioni commerciali, finalizzate alla
vendita di prodotti rischiosi a clienti non esperti.
La FABI di Palermo è in prima linea con un’azione incisiva mirata alla verifica della
sussistenza,
nelle banche, di strumenti validi per la correzione e la prevenzione del rischio da stress lavoro
correlato attraverso la consultazione dei lavoratori, la stesura di protocolli di supervisione e
valutazione del raggiungimento degli obiettivi, percorsi formativi volti a rafforzare le
competenze relazionali/comunicative, diversificazione delle attività nell’ambito della
mansione, corsi di formazione tecnica, di azioni di miglioramento dei sistemi di
comunicazione interna e di coinvolgimento.
Un dato che fa riflettere dell’indagine condotta è che, a pesare per quasi il 70% nella
percezione dello stress, sono le responsabilità personali, spesso derivanti dalle nuove norme
emanate dallo Stato e dagli organismi preposti al controllo, il cui onere viene riversato dalla
banche sui lavoratori, gravati da crescenti rischi sanzionatori, perfino patrimoniali e penali,
che dovrebbero invece competere alle aziende.
In materia la FABI di Palermo ha deciso di istituire un Osservatorio Provinciale sulle cause e
sugli effetti dello Stress Lavoro Correlato sui lavoratori delle aziende della Provincia.
L’indagine ha approfondito anche altri aspetti della problematica legata allo stress da lavoro
correlato.
Se da un lato il progresso tecnologico ha reso più semplici e automatizzati processi complessi
che prima richiedevano l’intervento umano, dall’altro i nuovi orizzonti commerciali che il
marketing richiede, hanno generato una serie di problemi prima poco diffusi. Monotonia,
tensione, ritmi pressanti, che a volte possono diventare vere e proprie vessazioni, sono i
diversi volti dello stress da lavoro correlato che si insinua negli uffici e nelle filiali,
producendo incertezza nella definizione dei ruoli e nelle istruzioni ricevute.
Lo stress legato all’attività lavorativa rappresenta uno dei nodi principali con cui le banche
oggi devono misurarsi in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Questa condizione
interessa quasi un lavoratore su quattro ed è corretto affermare che una percentuale
compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo stress. Ciò
comporta costi enormi in termini di disagio personale oltre al rischio di influenze negative sul
risultato economico delle aziende che oggi viene misurato sempre più spesso a livello di
singola unità produttiva (agenzia per agenzia) e rappresenta uno dei principali problemi di
salute legato all’attività lavorativa degli addetti del Settore, colpendo circa il 22% dei
lavoratori, percentuale che le proiezioni danno in aumento. Lo stress influisce fortemente
sulla redditività ed è paradossale che da un lato si spingano i colleghi a vendere servizi e
prodotti con metodologie spesso discutibili per aumentare i margini di ricavo e, dall’altra, si
appesantisca il conto economico con tali costi e si colpisca il benessere dei lavoratori.
La sindrome da burnaut
L’indagine ha dimostrato come si riscontri fra i lavoratori bancari un aumento dei problemi
mentali collegati allo stress lavorativo, come ansia, depressione, disturbi comportamentali e
infine i tratti caratteristici della sindrome da “burnout”.
La “sindrome del burnout” è un tipo specifico di disagio psicofisico connesso al lavoro che
interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati
quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali.
Il burnout colpisce in misura prevalente coloro che svolgono le cosiddette professioni d’aiuto
o “helping professions” ma anche coloro che, pur avendo obiettivi lavorativi diversi
dall’assistenza, entrano continuamente in contatto con persone che vivono stati di disagio o
sofferenza. Ne consegue che, se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a
sviluppare un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuta alla
mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato (il
termine burnout in inglese significa proprio “bruciarsi”). In tali condizioni può anche
succedere che queste persone si facciano un carico eccessivo dei problemi delle persone di cui
si prendono cura, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro.
Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso
improntato al cinismo e un sentimento di ridotta realizzazione personale.
Il soggetto tende a sfuggire l’ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando
con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché
una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi.
Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi
psicosomatici come l’insonnia e psicologici come la depressione. I disagi si avvertono
dapprima nel campo professionale, ma poi vengono con facilità trasportati sul piano
personale: l’abuso di alcol, di sostanze psicoattive ed il rischio di suicidio sono elevati nei
soggetti affetti da burnout.
Gabriele Urzì
Segretario Provinciale FABI Palermo
Responsabile Salute e Sicurezza FABI Palermo