Voglia di notizie certe, voglia di trasparenza, voglia di informazione libera. E ciò che chiedono i cittadini e in questo caso i bancari di Unicredit Group. Non è lecito da parte di chi ha il dovere d’informare rifugiarsi nell’oscurantismo che in questo modo va a danneggiare l’immagine del SINDACATO. Alla logica perversa dell’oscurantismo risponde chiaramente il leader della FABI, Lando Maria Sileoni, con una presa di posizione chiara: Il piano esuberi di Unicredit è una vergogna!!!!!!!
il giornale on line 12 alle 12 al riguardo scrive:
http://12alle12.it/roma-banche-sileoni-piano-esuberi-unicredit-vergogna-245209
ROMA. Banche: Sileoni, piano esuberi Unicredit è una vergogna
Attacco del segretario Fabi Lando Sileoni ai piani industriali di alcuni grandi gruppi bancari che prevedono esuberi del personale, in primis quello di Unicredit. In un comunicato Sileoni chiede un intervento del Ministro Calenda sulla stregua di quello “a tutela dei dipendenti Alitalia”. In questi giorni, all’interno del settore bancario, i grandi gruppi, eccetto Intesa, stanno mistificando la verità scaricando sul personale non solo il prezzo delle pessime gestioni degli istituti, sofferenze bancarie comprese, ma anche gli alti stipendi e le buonuscite milionarie dei manager passati e presenti”. “Il taglio di oltre 10mila posti di lavoro da parte del gruppo Unicredit (tre piani industriali in tre anni) – ha aggiunto – rappresenta una vergogna sociale e nazionale e la stessa classe politica, come giustamente ha fatto il ministro Calenda con Alitalia, dovrebbe intervenire”. “Nello stesso modo altri gruppi bancari si stanno invece adoperando per mantenere in piedi i posti di lavoro in quelle banche che pagano le pessime gestioni dei manager precedenti, come le quattro good bank. Al Gruppo Ubi e al Gruppo Bper questo merito va riconosciuto”. “In questi giorni, all’interno del gruppo Intesa, le organizzazioni sindacali stanno discutendo sull’opportunità di dare stabilità contrattuale e professionale a quei dipendenti assunti anche con contratto da promotori finanziari (in Intesa sono oltre 5mila, nel settore bancario italiano oltre 40mila)”. “Prevedere nuove flessibilità contrattuali e nuove attività professionali sarà un percorso obbligato per mantenere gli attuali livelli occupazionali del settore e il movimento sindacale, tutto, se ne deve fare una ragione perché è nell’interesse del sindacato allargare il proprio campo d’azione e tutelare al meglio più tipologie di lavoratori, ad iniziare dai giovani. Il Contratto di lavoro scade a dicembre 2018 – conclude – ma le condizioni per un cambiamento radicale devono essere discusse ora perché, nei vari piani industriali, troppe aziende stanno andando in deroga al contratto collettivo nazionale di lavoro”.